venerdì 25 gennaio 2013

Leggo con interesse su "l'Eco" del 23 gennaio, che i sindaci dei piccoli comuni hanno minacciato le dimissioni in massa. Questo avverrebbe se non venissero esentati dal rispetto del patto sti stabilità, che limita la cifra di spesa che questi comuni possono affrontare.

Vi era già stata una situazione simile nel marzo 2009 (alla vigilia per molti della campagna elettorale), con sindaci dei comuni più grandi (ma non solo) spettacolarmente incatenati davanti alla prefettura di Torino, guarda caso.

Molti tra quelli che protestavano di  non poter spendere i soldi disponibili per completare le opere promesse nella precedente campagna elettorale, "dirigevano" comuni con aliquote ICI oppure IRPEF o entrambe al massimo.
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Perché il patto di stabilità serviva e serve proprio a porre un freno al facile giochetto: per far quadrare i bilanci , è più facile aumentare le tasse, che ridurre gli sprechi, le disefficenze e le opere inutili, i clientelismi, gli assistenzialismi. Cosa che nel settore privato non si può fare : non puoi alzare i prezzi, c'è un fenomeno chiamato "concorrenza".
Di traccia di minacce dei sindaci per protestare contro questa o quella legge del governo, sono piene le cronache. <strong>Ma, malgrado raramente il governo abbia fatto marcia indietro, di dimissioni presentate non se ne sono mai viste.</strong>

Chissà se i sindaci dei piccoli comuni pinerolesi saranno più coerenti dei loro colleghi "maggiori", oppure se almeno ridurrano le tasse ? Sinceramente ho i miei dubbi, proprio a cominciare dal pluri-decennale sindaco di Cantalupa.<img class="aligncenter" src="http://www.ferreromaurizio.it/BLOGDIMAURIZIO/immagini/dimettiamoci.jpg" alt="" width="1001" height="567" />

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